Il terremoto avrebbe dovuto insegnare ad avvicinarsi di più, perchè tutti hanno vissuto lo stesso dolore (R.Venezia)
Non si può scavare, le macerie del cuore sono troppo pesanti (R.G.)

giovedì 19 giugno 2008

Senti chi parla di "ipocrisia"

SENTI CHI PARLA DI "IPOCRISIA"

Intervengo per rispondere alla solita provocazione di stampo "fascistoide" mossa nei miei confronti. Tuttavia, sarò costretto a dilungarmi un pò, per cui chiedo venia in anticipo.
Premetto subito che ciascuno di noi è (almeno in teoria) libero di scrivere dovunque gli aggrada per varie ragioni, anzitutto per motivi di affinità e vicinanza politico-ideologica, o per mille altre motivazioni, occasioni e circostanze anche contingenti. A patto che ne sia capace (di scrivere) e sappia sfruttare i canali e le possibilità messe a disposizione dal web. Internet è in tal senso uno spazio unico e vitale di comunicazione realmente democratica e partecipativa. Non a caso disturba e infastidisce molti settori politici e culturali che possiamo (non a torto) considerare nostalgici e passatisti, ossia oscurantisti e misoneisti, ostili al progresso e all'emancipazione effettiva delle culture e delle società umane.
La Rete rappresenta uno strumento assai prezioso ed inestimabile proprio perché offre a tutti un'ampia libertà di comunicazione, di interazione dialettica, di informazione e controinformazione, che non ha eguali altrove.
Il sottoscritto viene pubblicato anche su alcuni organi di stampa (quotidiani, riviste, ecc.) che sono soggetti non solo ad interventi di "automoderazione" interna, ma anche a norme di legge alquanto rigide e severe che, a mio avviso, condizionano pesantemente la libertà di stampa, di espressione e di pensiero.
In altre parole, non condivido e non accetto le limitazioni imposte alla libertà di stampa e di espressione, da qualsiasi parte provengano tali limiti. Personalmente credo molto nel principio illuminista riassunto nel celebre aforisma di Voltaire: "Non approvo la tua opinione, ma sono pronto a dare la mia vita affinché tu la possa esprimere". Certo, anche la tolleranza di origine illuminista conosce (inevitabilmente) alcuni limiti, sanciti non tanto dal codice civile, penale o da un ordinamento politico-statale di ispirazione repressiva e reazionaria, quanto da altri fattori ed altri codici, che sono di ordine morale ed intellettuale, vale a dire l'educazione e il buon gusto delle persone, tanto per fare un esempio semplice e pratico.
Detto ciò, non credo affatto che possa essere scambiata o tacciata di "ipocrisia" (anzi) la volontà e l'idea dichiarata (e mai rinnegata) da parte mia di estendere sempre più la sfera effettiva delle libertà democratiche, a cominciare dalla libertà di pensiero e di espressione, di stampa e di associazione.
Il sito citato dal mio "ammiratore segreto" (lo definisco ironicamente in tal guisa, visto che spreca così tanto tempo ad effettuare ricerche per informarsi sui siti e sui blog che ospitano i miei interventi), ossia "Il Pane e le rose" (si può consultare al seguente indirizzo www.pane-rose.it), non è propriamente un blog del tipo "Nostra Sant'Angelo". Non è esattamente un blog personale (o anche collettivo) aperto gratuitamente su una delle tante piattaforme che il web mette a disposizione come, ad esempio, Blogspot.com, che ospita anche il blog "Nostra Sant'Angelo".
"Il Pane e le rose" è, se non erro, un sito a pagamento, sottoposto a determinate norme stabilite dalla legge. E' una vera e propria testata giornalistica. Inoltre, è un spazio "partigiano", di matrice dichiaratamente "comunista e classista". Non a caso, il sottotitolo della testata recita: "classe, capitale e partito", per cui non si nasconde e non si ripara dietro insulse ed ipocrite formulazioni e dichiarazioni di "neutralità" politica e ideologica.
Per quanto mi riguarda, ci scrivo perché ne condivido tutto sommato la linea politica, almeno per ciò che concerne la critica e la proposta sociale, mentre nutro alcune riserve e perplessità (che sono soggettive) sul versante della linea editoriale e della proposta organizzativa. Infatti, da questo punto di vista mi professo abbastanza "anarchico" ed antiautoritario, insomma sono piuttosto "eretico" rispetto alla tradizione vetero-comunista, a maggior ragione verso l'esperienza e il modello di origine stalinista.
Ripeto, sono stato costretto ad una replica così lunga per fornire una spiegazione più organica e completa (spero chiarificatrice) al mio anonimo e segreto "ammiratore".

Lucio Garofalo

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La posizione del prof Garofalo è nitida, non servono chiarimenti.
Capisco anche il suo tentativo di rieducare (sono parole sue, se non ricordo male) coloro che sono molto distanti dalla tematica della libera e civile comunicazione, che rispecchia l'incapacità del confronto e della discussione argomentata.
Mi chiedo e gli chiedo se una riposta così articolata come quella che ha scritto è un input adatto o se non ritenga che sia meglio partire da sollecitazioni più semplici e dirette.
In altre parole, usando una metafora forzata, non è meglio far padroneggiare la grammatica di base prima di affrontare la consecutio ?
Cordialmente, G48

Anonimo ha detto...

Accolgo il suggerimento, per cui provo a sintetizzare (si fa per dire) la mia posizione.
Invece di invocare la censura per rimuovere i commenti che possono risultare sgraditi, anche quelli più insulsi, offensivi e velenosi, io preferisco replicare a tono (o rinunciare alla risposta) utilizzando anche l'arma (efficacissima) dell'ironia più surreale. E' troppo facile, comodo e sbrigativo ricorrere alla censura, mentre è più difficile e dispendioso rispondere alle critiche. La fatica intellettuale si giudica anche attraverso questa attitudine e questa capacità di affrontare le provocazioni e le critiche più aspre e feroci. Io sono per una totale libertà di pensiero e di critica, anche se (e quando) questo diritto è esercitato (male) dagli imbecilli.

Anonimo ha detto...

Se la risposta del prof Garofalo è la risposta alla mia domanda devo averla formulata male. Intendevo dire se, nel caso non scegliesse di rinunciare alla risposta, non pensa che spendere troppe parole non sia eccessivo, tenendo conto di chi ha di fronte, e se invece non sia meglio usare poche ma dirette e più semplici frasi.
Della censura non ne ho fatto menzione.
G48