Prc e Pdci di nuovo insieme
Ida Rotano, 28 marzo 2009
Il divorzio durato dieci anni, non è passato invano. Così Ferrero e Diliberto hanno dovuto condividere il simbolo del comunismo con due movimenti-bebè, frutto della centrifuga politica delle ultime elezioni: Socialismo 2000, che può contare sull'apporto di Cesare Salvi e Massimo Villone, e Consumatori Riuniti, sostenuto da Bruno De Vita, patron di Teleambiente. Non ci sarà Sinistra Critica
A quasi 10 anni dalla scissione che costò a Prodi la poltrona di palazzo Chigi, Prc e Pdci ritentano la convivenza. Il banco di prova del nuovo connubio saranno le elezioni europee, una tornata difficile da quando il Parlamento ha introdotto, a stragrande maggioranza, la soglia di sbarramento al 4%.
Il simbolo, presentato oggi in una conferenza stampa, è quasi identico da quello voluto dal primo leader del Prc, Sergio Garavini, nel '91. Fausto Bertinotti gli succederà solo nel gennaio del '94. Si tratta di una falce e martello gialli sovrastati da una stella. Il rosso domina invece la circonferenza esterna del logo che richiama inequivocabilmente l'esperienza del Pci. E così, infatti, si vuole che sia.
"Diamo vita ad una lista anticapitalista - si legge nel documento di presentazione -, che unisce una proposta politica per l'Europa. Lo facciamo insieme ad esponenti della sinistra, del mondo del lavoro e sindacale, del mondo femminista, ambientalista e pacifista. La lista lavora per un'uscita dalla crisi fondata sulla democrazia economica, sulla giustizia sociale e sulla solidarietà.
"Dopo tanti anni trascorsi insieme sotto la falce e martello ora - ha detto Diliberto stringendo la mano a Ferrero - c'è un ricongiungimento familiare sotto le stesso simbolo". "Anche perché il rinnovamento non ha nulla a che vedere con l'abiura".
"Questa lista, che lavora per un'uscita dalla crisi fondata sulla democrazia economia, sulla giustizia sociale e sulla solidarietà, rappresenterà un importante raggruppamento anticapitalista, comunista, socialista di sinistra, ambientalista in Italia e in Europa, e si ritrova intorno ai valori e ai simboli storici del movimento operaio italiano. Il nostro -ha sottolineato Ferrero- non è un cartello elettorale ma una proposta politica precisa: riteniamo che si possa uscire dalla crisi, in Italia e in Europa, promuovendo più libertà e più eguaglianza, contro le politiche di un governo di destra che invece punta al totale e sfrenato liberismo e deregulation in economia ma che promuove politiche anti-liberali e totalitarie nel campo dei diritti civili".
Tanti anni di divorzio non sono passati invano. Così i due testimonial dell'anticapitalismo hanno dovuto condividere il simbolo del comunismo con due movimenti-bebè, frutto della centrifuga politica delle ultime elezioni: Socialismo 2000, che può contare sull'apporto di Cesare Salvi e Massimo Villone, e Consumatori Riuniti, sostenuto da Bruno De Vita, patron di Teleambiente, un passato Democrazia Proletaria e poi una "vicinanza" con Rifondazione e con i temi ambientali.
Le quattro forze politiche che hanno dato vita a questa lista hanno deciso di riunirsi in un coordinamento che proseguirà anche dopo le elezioni. Per le candidature si fanno i nomi dell'astrofisica Margherita Hack, di Vittorio Agnoletto, dei segretari Ferrero e Diliberto, oltre a quella di Cesare Salvi. Le decisioni verranno prese nei prossimi giorni dal neonato coordinamento, ma se non troveranno un tetto a Strasburgo le prove di convivenza politica si faranno più dure.
Sinistra critica si smarca. Salvatore Cannavò, leader di un altro spezzone, Sinistra Critica, non ha voluto condividere la scommessa, perché ha ritenuto Ferrero e Diliberto troppo legati "ad una simbologia del passato che andava attualizzata con la crisi globale e il conflitto sociale che ne deriva". "Troppa continuità con il passato a partire dagli ex ministri", è l'accusa lanciata da Salvatore Cannavò: "Avevamo proposto una lista anticapitalista della sinistra di classe che presentasse alcuni elementi di discontinuità con il recente passato - ricorda - fatto di errori e sconfitte, della sinistra. Una lista che avesse una simbologia rinnovata, seppur riconoscibile, con candidature espressione del conflitto sociale e dei movimenti, con un codice etico per i candidati e le candidate, con una visibile alternatività al Pd e al centrosinistra italiano a partire dalla rimessa in discussione della politica di alleanze locali. Questo purtroppo non è stato. La lista si colloca invece in continuità non solo con la storia di Pdci e Prc, ma addirittura con lo stesso Pci, scomparso venti anni fa. E la continuità è esplicitata anche rispetto al centrosinistra e ai suoi governi con una lista che ha come testimonial di riferimento gli ex ministri dei governi Prodi e D'Alema. Non è questa la strada che Sinistra Critica ritiene utile per rilanciare, al tempo della crisi globale del capitalismo, una sinistra coerentemente anticapitalista, radicata nel conflitto sociale e nei movimenti, indisponibile ai governi con il Pd e il centrosinistra, aperta alle istanze e ai desideri delle nuove generazioni". Domani, domenica 29 marzo - annuncia Cannavò - si terrà il Coordinamento nazionale di Sc per decidere le modalità di partecipazione alle prossime elezioni europee. Già decisa, invece, la presentazione di liste alle amministrative, ovunque sia possibile, chiaramente alternative, al primo e al secondo turno, al Pd e alle sue coalizioni".
I dubbi degli ex di Salvi. Luciano Pettinari, già esponente di Sinistra democratica a lungo nell'area di Cesare Salvi ha optato per l'altra lista della sinistra: quella di Sinistra e Libertà, anch'essa alla ricerca di un riscatto nel Parlamento europeo. E non è tenero con "i rivali", visto che le divisioni permanenti rischiano di allontanare entrambi dalla ambita soglia del 4%.
"Va bene - dice Pettinari - l'incontro Prc-Pdci, sfugge però il significato della presenza di Cesare Salvi in quella lista: fino a qualche settimana fa l'argomento principale di Salvi era riferito alla necessità di avere un riferimento certo nel socialismo europeo. Non credo proprio che questo sia l'orientamento di Ferrero e Diliberto. Inoltre l'adesione alla lista Prc-Pdci è stata portata da Salvi a nome di un'associazione, Socialismo 2000, inattiva da anni. Anche alla sua nascita, appunto nel 2000, si caratterizzò - conclude Pettinari - per rivalutare in chiave moderna i valori del socialismo".
Le polemiche domestiche e le cordate sotto lo stesso simbolo potrebbero però far svanire nell'oblio tutta la sinistra se il 7 giugno non arriverà il colpo di coda, tanto atteso dai protagonisti di questa iniziativa, anche sull'onda della pesante crisi globale.