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martedì 24 febbraio 2009

Pediatria e Ginecologia, stop ai ricoveri

Tensione all’ospedale di Sant’Angelo: da ieri operativa la chiusura dei reparti
di Michele Vespasiano
Da ieri vietati i ricoveri nella ginecologia e nella pediatria dell'Ospedale "Criscuoli" di Sant'Angelo dei Lombardi, dove si è creduto che fosse uno scherzo di carnevale il fax giunto dall'Asl Av1.
Ad una lettura più attenta è apparso chiaro, invece, che il documento, con tanto di timbri e la firma del direttore sanitario Rosario Tarsia, era autentico e l'ordine perentorio. Una decisione ventilata da tempo e diventata esecutiva nonostante gli interventi dell'Assessore alla Sanità, Angelo Montemarano, e del consigliere regionale Mario Sena avessero indotto a sperare in un ripensamento dei vertici sanitari aziendali.
«A far data dal 23 febbraio (dunque ieri, ndr) - si legge nel provvedimento - non sono più consentiti ricoveri e prestazioni nei reparti di ginecologia e di pediatria, che vengono contestualmente trasferiti nell'ospedale di Ariano».
Alla determina replica il Comitato in difesa del Criscuoli: «L'iniziativa oltre a depotenziare il presidio ospedaliero santangiolese, priva l'intero territorio altirpino di un'opportunità diagnostica e terapeutica che non potrà mai essere sostituita dal nosocomio arianese, incapace di intercettare l'utenza del nostro territorio».
Pur di non lasciare niente di intentato, i rappresentanti del Comitato hanno passato il provvedimento aziendale ad un legale, con l'incarico di verificarne la legittimità procedurale.
E più di un dubbio lo nutre il primario di ginecologia, Eugenio Saponiero, che così commenta la decisione aziendale: «Prima di chiudere un reparto occorre informare per tempo i sindaci del territorio, il prefetto e quanti altri hanno titolo per sapere della decisione.
Non può essere, invece, la comunicazione di uno solo e non della triade gestionale dell'azienda sanitaria (manager, direttore sanitario e direttore amministrativo) ad assumersi decisioni così impegnative». Il primario, che rivela di non conoscere la sua futura destinazione («nessuno ha avuto il garbo di mettermi a parte»), continua a ritenere che al "Criscuoli" ci fossero le condizioni per continuare ad operare: «Ho dimostrato cifre alla mano che era possibile tenere aperta la ginecologia a Sant'Angelo.
La verità è che siamo rimasti soli, utenti e personale sanitario, nell'indifferenza di politici, sindaci e amministratori dell'Asl». A smentire in qualche modo le affermazioni di Saponiero interviene in serata Mario Sena, per confermare di continuare a tenere nella massima attenzione l'ospedale di Sant'Angelo: «Mi sono state appena riconfermate da Montemarano e dai vertici tecnici le linee di impegno dell'assessorato alla sanità sul futuro dell'ospedale altirpino. Mancando i requisiti per tenere aperti i due reparti, verrà istituito un presidio materno-infantile capace di dare adeguate risposte terapeutiche al territorio di riferimento. Una soluzione, questa, valutata positivamente anche per la valenza territoriale che potrà avere il servizio».

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Lacrime da coccodrillo. Per anni avete gestito male questo ospedale e l'asse sant'angelo-nusco l'ha fatta da padrone, adesso vorreste la solidarietà di tutta l'irpinia? Sapete che c'è di nuovo? Da Lioni con l'ofantina ci mettiano mezz'ora per arrivare ad Avellino e dieci minuti per arrivare a sant'angelo, quindi affronteremo il sacrificio. Datevi da fare adesso come noi abbiamo dovuto darci da fare per anni.

Anonimo ha detto...

D'impulso mi era venuto di dare dell'imbecille a chi ha scritto questo commento. Poi come la mia indole mi suggerisce mi sono fermato a riflettere ed ho capito che quel commento altro non è che l'espressione, forse personalistica ma sincera, del modo con cui ci hanno guardato gli altri paesi per anni.
A Sant'Angelo la classe politica dominante negli ultimi decenni non solo ha saputo spezzare il senso di solidarietà e di appartenenza all'interno della comunità amministrata, ma ha anche saputo creare una frattura profonda con le altre comunità del territorio irpino.
Speriamo che tutto questo non sia insanabile e che chi raccoglierà le redini della situazione comprenda quello che sto scrivendo.
Buona giornata ... Minima Moralia :-)

Anonimo ha detto...

Leggo spesso gli articoli di politica dei giornali locali e mi salta ogni volta agli occhi che il dibattito si svolge sempre tra gli stessi personaggi.
Ad esempio alla riunione del PD ad Avellino di due giorni fa c'erano tra gli altri De Simone, Salzarulo, Repole, Grassi, Maselli, insomma il più giovane di questi sta in politica da oltre 20 anni, di nuovo davvero c'era Famiglietti ma anche in tal caso il padre è da lungo tempo in politica e quindi trattasi di una sorta di privilegio ereditato.
Il massimo dello stupore l'ho avuto però quando ho visto che l'articolo di Irpinia News che fa il resoconto della riunione è intitolato "il PD non abbassa lo sguardo, parola d'ordine: rinnovamento".
Questo incredibile Partito Democratico, predica bene ma razzola malissimo: è nato vecchio e muore vecchissimo, illudendosi di poter gabbare l'elettorato con proclami e slogan affatto sostenuti dalla realtà.
Quale speranza possiamo avere noi irpini in un cambiamento, se a tutti i livelli nessuno dei vecchi politici fa un passo indietro; hanno preferito distruggere un partito ma sono tutti qua, e si illudono che per loro ci sarà un'altra lunga estate durante la quale condannare noi cittadini ad un altro lunghissimo inverno.
Io non credo che stavolta il loro progetto otterrà appoggio nel nostro paese e nella nostra provincia.
Tuttavia amando la completezza nell'analisi devo anche dire che il "nuovo", ossia il PDL si presenta qui da noi infarcito di personaggi che definire nuovi non è possibile: Lucido, Petito e Gargano, sono solo la punta dell'iceberg, di Mastella preferisco non parlare, se poi arrivasse anche De Mita la misura sarebbe propriamente colma.
L'alternativa? C'è sempre, nel nostro caso è rappresentata da movimenti autonomisti rappresentati da personaggi sconosciuti in provincia e, tutto sommato abbastanza confusi che ci propinano le memorie della loro vita come se fossero delle perle per la nostra crescita intellettuale e ci fotografano come se fossimo nell'ambito di una gita allo zoo safari.
Perennemente in preda a terribili dubbi esistenziali circa una canditatura che con molta chiarezza di intenti può avvenire da Nord a Sud, parlano senza esitazione di un Sud del quale partecipano solo la memoria avendo scelto da anni di vivere altrove. Confessano di non aver mai davvero girato e quindi conosciuto l'Irpinia nella complessità dei suoi bisogni ma lo stesso si propongono di ammnistrarla per guidarla nel cambiamento.
La conclusione? Non lo so, forse soltanto uno sfogo, anzi si una richiesta: chi mi regala un biglietto aereo e una casa a Oslo? Me ne andrei volentieri, grazie!

Anonimo ha detto...

Plinio Junior, anzi Minima, sparete cu na gassosa ; te la offro io. Il biglietto per Oslo costa troppo....