Nei prossimi giorni sono annunciati, secondo quando riportano diversi social network in rete, altri Wedding Running anche a Roma, dove forse meraviglierà meno vedere spose in fuga correre per le strade del centro della capitale" (da http://ilgiorno.ilsole24ore.com/milano/2009/04/29/170478-spose_fuga_milano.shtml).
Il terremoto avrebbe dovuto insegnare ad avvicinarsi di più, perchè tutti hanno vissuto lo stesso dolore (R.Venezia)
Non si può scavare, le macerie del cuore sono troppo pesanti (R.G.)
giovedì 30 aprile 2009
Il "wedding running" e la mortificazione della fantasia
Nei prossimi giorni sono annunciati, secondo quando riportano diversi social network in rete, altri Wedding Running anche a Roma, dove forse meraviglierà meno vedere spose in fuga correre per le strade del centro della capitale" (da http://ilgiorno.ilsole24ore.com/milano/2009/04/29/170478-spose_fuga_milano.shtml).
martedì 28 aprile 2009
Indagato l’assessore Cozzolino
Sembra proprio che al PD non debba andargliene una per il verso giusto ! Aveva appena finito di lanciare il proprio guanto di sfida il segretario nazionale Franceschini, nella trasmissione “Porta a Porta” , a chi fosse riuscito a dimostrare la non limpidezza dei candidati del maggiore partito di opposizione che, appena poche ore dopo, il “delfino” di Bassolino, Andrea Cozzolino, candidato alle elezioni europee, ma ancora in carica nel consiglio regionale, riceveva un avviso di garanzia ed il suo ufficio veniva perquisito nell’ambito delle indagini condotte dalla guardia di finanza su una presunta truffa ai danni della stessa Regione Campania.
Quis custodiet ipsos custodes?
QUIS CUSTODIET IPSOS CUSTODES?
Avrei voluto porre il quesito al Blogger di Nuova Sant’Angelo, dopo la svolta autoritaria degli ultimi tempi: “Da oggi eventuali, improbabili, commenti su questo blog da parte dei suoi numerosi lettori saranno pubblicati, come già avviene per i post, solo dopo essere stati da me, o da chi per me, visionati”. Ma da quando il Blog si è trasformato da luogo di discussione e dibattito in comitato elettorale del Blogger, non c’è più spazio per il dialogo, ma solo per slogan, bandiere ed autocelebrazioni.
Dopo tale svolta, provo a dare una risposta al quesito iniziale, analizzando proprio l’evoluzione del Blog Nuova Sant’Angelo. A tal fine chiedo ospitalità al Blog Nostra Sant’Angelo, non a caso nato in contrapposizione al primo.
Il Blog Nuova Sant’Angelo, sulla cui paternità si è molto discusso in origine, ha svolto un ruolo molto importante in occasione delle ultime elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale, contribuendo in maniera significativa all’elezione dell’attuale Sindaco che, a torto o a ragione, è stata l’espressione di un voto libero e di rottura rispetto al passato, dando fiducia ad un esponente della società civile, nonostante la presenza in lista di un politico di lungo corso.
Successivamente la gestione del Blog è passata all’attuale amministratore e tale passaggio è stato visto, almeno inizialmente, positivamente: l’amministratore del Blog era una persona nota, che si assumeva onori e oneri.
Durante il mese di agosto, sull’onda emotiva della questione “Formicoso”, il Blogger ha dato vita ad un movimento politico M.I.S.P.A (Movimento Irpino Sannitico per l’Autonomia), servendosi del Blog per farlo conoscere agli elettori.
Non essendo riuscito nell’intento di fare proseliti (il suo fondatore non è riuscito a bissare il successo di un noto personaggio santangiolese che negli anni ‘70, unico iscritto al Partito Radicale, dopo un solo mese inviava un telegramma alla federazione provinciale del partito annunciando con enfasi di essere riuscito a raddoppiare gli iscritti: da
Da quando ha ufficializzato la propria candidatura con La Destra, da ultimo confluita nel POLO DELL’AUTONOMIA, il riferimento Al paese “QUI San’Angelo dei Lombardi (terra d’Irpinia)” ha perduto ogni ragion d’essere, tant’è che il Blog, fatta eccezione per il tragico evento sismico che ha colpito l’Abruzzo, non ha più registrato un solo post, le visite sono andate progressivamente scemando e il vuoto è riempito dalle autocelebrazioni del Blogger.
A questo punto, cerco di dare una risposta al quesito iniziale: Chi controlla i controllori?
In politica: gli elettori. Sono loro che decidono se il controllore da loro eletto meriti ancora fiducia. Nella vita di un Blog: il numero di visitatori e dei commenti.
Ebbene, per tornare alle vicende del Blog Nuova Sant’Angelo, la risposta dei visitatori-commentatori alla gestione dell’attuale Blogger non lascia adito a dubbi. Il controllore ha perso il controllo del Blog, perché si è trasformato in qualcosa di diverso: uno strumento di propaganda elettorale del Blogger.
Per quanto mi riguarda, fintanto che il Blog Nuova Sant’Angelo non tornerà ad essere uno strumento al servizio dei santangiolesi, mi asterrò da qualunque intervento.
Inutile insistere nella richiesta di restituire ai santangiolesi il Blog, perchè il Blogger non rinuncerà mai alla piazza virtuale. Male, purché se ne parli!
Ringrazio per l’ospitalità il Blogger Sammy.
Giovenale
venerdì 24 aprile 2009
Tutto diverso eppure tutto così uguale!
martedì 21 aprile 2009
Brunetta: il re dei fannulloni!
Un piccolo burocrate che si vanta di aver dimezzato le assenze degli statali costringendo un lavoratore che sta male a recarsi ugualmente a lavoro, magari senza produrre niente, per non sottrarre risorse economiche alla sua famiglia, mentre lui, fisicamente e a quanto pare anche moralmente orribile, se la spassa a Ravello. Mi sta venendo nausea scusate! Guardate il servizio e rifletteteci al momento di votare per Berlusconi.
Buona giornata, Sammy
lunedì 20 aprile 2009
Italia Bella - Programa di Radi e Televisione in Argentina
Per un Amico TroppoLontanoQuesto Programa fatto perVoy EmigrantiItalia Bella vi porta Italiaa vostra casa.Ogni Mercoldi ascoltate Italia Bella - Radio -Dalle ore Argentna di 14 a 15 hsDal vivo da Firenze ItaliaRadiorepublica AM:670Programa di Televisione suInternet - Registrato in ItaliaOgni settimane programa nuovi.
sabato 18 aprile 2009
Abruzzo come Irpinia? No grazie!
venerdì 17 aprile 2009
Cosi,' tanto per riflettere...
Come sempre, i mass media la fanno da padroni,come sempre.
In ogni avvenimento buono o cattivo che sia,i servizi speciali si sprecano ,le parole non si esauriscono mai e si rischia com'e'nella giusta logica delle cose(chi pensa piu' alla logica oggi?) di blaterare piu' che raccontare.
Abbiamo visto tanti sguardi persi o rassegnati o disperati,in questa tragedia che si chiama terremoto,in una terra che si chiama abruzzo,e che ci ha ricordato la disperazione,la stessa, della gente friulana,della gente del Belice, della gente dell' Irpinia,vittime tutte della violenza di forze naturali ma anche dell' incuria umana.Qulcuno li', all' Aquila, ha detto che occorre adesso non disperdere le comunita locali, accelerando nell' opera di ricostruzione.Chissa' se sara' possibile tutto cio',chissa se cio' che e' avvenuto in tanti paesi la cui vita e' stata stravolta da un evento devastante si ripetera',chissa' se anche ad Onna avverra'cio' che e' accaduto alla nostra sant' angelo? Dio non voglia che cio' che i santangiolesi hanno dovuto sopportare durante e nei lunghi anni del dopo terremoto abbiano da affrontare gli abruzzesi,per molti versi simili agli Irpini,fratelli in dignita' amore per la propria terra antica,spirito di sacrificio, senza pari.Dio non voglia che altrove avvenga ciò che da noi e' avvenuto, che assieme alle tante vite umane si possa perdere la capacita' di sentirsi uniti,di ritrovarsi nelle comuni tradizioni e nell' amore per la propria storia passata!
maria rosaria del guercio
"Ma io per il terremoto non do nemmeno un euro..."
Quelli che non do’ un euro
di Adriano Sofri
Succede che faccia il record di letture e commenti su Facebook un articolo che comincia così: “Io non darò neanche un centesimo di euro per le popolazioni terremotate”. Il pieno di Facebook vuol dire alcune migliaia di lettori, poca cosa, direte. Tuttavia l´episodio merita attenzione. L´autore è un giovane giornalista di Marsala, Giacomo Di Girolamo. E´ tutt´altro che cinico. E´ perentorio. “Non dò un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare”.
È scandalizzato dall´Italia dei pasticci e della beneficenza, “ferma ancora sull´orlo del pozzo di Alfredino”. I soldi ci sono, dice: per coprire i pozzi, per gli aiuti ai terremotati, e anche per i tribunali che facciano giustizia. Sono i soldi di chi paga le tasse. “Io non lo dò, l´euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po´ dei loro risparmi. Poi ci fu l´Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento”. Ma niente cambia mai, dice. A Marsala, dice, l´Istituto Tecnico è un albergo mutato da trent´anni in scuola, come la Casa dello Studente all´Aquila, e basta uno scirocco (”c´è una scala Mercalli per lo scirocco?”) per far venire giù il controsoffitto - in amianto. Il terremoto, dice, è il gratta e vinci della politica. L´articolo, che leggerete per intero sul web, finisce così: “E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci… Io qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso. Come la natura quando muove la terra, d´altronde”.
Non è vero che a morire siano sempre solo i poveracci, non è stato vero all´Aquila, ma lo scritto è bello, risoluto, retorico quanto basta - l´annuncio “Non dò un euro, non dò una lira” lo scandisce come un ritornello - ed esprime esemplarmente un´impressione dell´Italia che è di una minoranza non solo dissenziente, ma esasperata. Gli stessi gesti che, a stare ai sondaggi, conquistano il favore della maggioranza, ripugnano a questa minoranza: le lacrime del capo del governo, le gaffe vere e supposte, le dentiere donate, la passerella dei ministri, le trivialità dei cronisti, le vanterie dei telegiornalisti. Per non dire delle ininterrotte ultime novità di legge: le ronde, le denunce dei disgraziati al pronto soccorso, le norme antisismiche addomesticate, le new towns… Una pentola ribollente che vuole scoppiare. I commenti a Di Girolamo sono di due tenori opposti - anzi, due e mezzo. Gli uni di adesione entusiastica, del tipo: “Non avrei saputo dire meglio”. Gli altri di dissenso drastico, del tipo: “Parole vanesie per nascondere una grettezza di cuore”. E il mezzo? Sono i commenti, numerosi anch´essi, che approvano tono ed esempi, ma danno per scontato che quella del centesimo è una provocazione retorica, e che il proprio centesimo ciascuno fa bene a darlo. A questo mezzo - lasciando da parte i dettagli, in una questione così decisiva - appartengo grosso modo anch´io, e non conoscendo l´autore (che ha pubblicato, vedo, un libro di viaggio con un sacerdote missionario in Ecuador) e pur non volendo essere indiscreto, scommetterei un euro che il suo centesimo è pronto a darlo, e l´ha già dato. Penso che si sia affidato a quell´espediente retorico, e il risultato gli ha dato ragione. Però si è esposto a un paio di difficoltà. La prima, di offrire una spalla a chi è tanto risentito da mettere a tacere la voce della compassione. Non sarei contento se una mia frase a effetto facesse dire a qualcuno: “Mi hai convinto: non darò una lira…”. La contrapposizione dei commenti mi ha ricordato il famoso precetto di Confucio: «Se uno ha fame, non dargli un pesce, insegnagli a pescare». Bella idea, per affrontare alle radici la fame di quel povero (una versione più pregnante dice: «Non dargli un pesce tutti i giorni…»). Ma se l´affamato ce l´hai lì davanti, e magari l´acqua è lontana, e invece di dargli il pesce che hai nel tuo cesto gli fai un bel discorso sul vantaggio di imparare a pescare, quello intanto muore di fame, oppure - ipotesi auspicabile - raccoglie le sue estreme forze e ti salta al collo e ti vuota il cesto.
L´altra difficoltà sta nel ritenere che compassione e solidarietà volontarie siano una complice supplenza alla pubblica inerzia o, peggio, corruzione. La legalità, e le tasse pagate per intero, non renderebbero affatto superflua la mobilitazione personale e volontaria, mai, e a maggior ragione in una disgrazia che tocca tanti. Nel nord Europa che sta agli antipodi dello stereotipo italiano deplorato da Di Girolamo, la solidarietà privata è esemplare, nei confronti del prossimo e del più distante. Sono tanti i giovani che trasformano i regali della festa in donazioni fatte a chi ne ha bisogno, e intestate al festeggiato. Farsi un regalo. Gli italiani che hanno mandato il loro obolo ai loro vicini d´Abruzzo si sono magari, anche, lavati a buon prezzo la coscienza: ma certamente, la gran maggioranza di loro, dunque indipendentemente dal sentimento politico, si sono fatti il regalo di aiutare i loro simili di cui era così facile vedere e immaginare il dolore. Proprio come i genitori di Giacomo Di Girolamo coi loro parchi e degni risparmi.
***
” Ma io per il terremoto non do nemmeno un euro…”
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di Giacomo Di Girolamo - 14 aprile 2009
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Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come …
… una bestemmia.
E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.
Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no - stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.
Non do un euro perché è la beneficenza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficenza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.
Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.
E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.
C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato - come tutti gli altri - da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?
Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?
Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.
Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.
Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.
Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.
Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima?
Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.
Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove - per dirne una - nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.
Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.
Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.
Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.
Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia.
Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know - how del Sol Levante fosse solo un’esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.
E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.
Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso.
Come la natura quando muove la terra, d’altronde.
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Tratto da: www.facebook.com/
giovedì 16 aprile 2009
Montemarano e il rinnovamento del PD! In Campania hanno operato male e il PD li candida in Europa.
Dai diamanti non nasce niente.... auguri Susan!
Bruttina ma con una voce da usignolo:la disoccupata Susan commuove la rete
Oltre 5 milioni di video visti su YouTube e un'ovazione unanime per la 48enne disoccupata
Non rientra nei canoni estetici dello starsystem moderno ma la sua voce ha commosso la Gran Bretagna e ha scatenato una tempesta di clic in rete.
Susan, che tra le altre cose ha dichiarato in tv di non essere mai stata baciata, ha partecipato alla puntata di sabato del programma con il brano «I dreamed a dream» ("Ho fatto un sogno"), tratto dal musical I Miserabili, e ha mandato in estasi giudici e pubblico.
martedì 14 aprile 2009
Caimano e Sciacallo
di Icarus.10 - Se il Popolo Bue avesse un benchè minimo grado di razionalità, probabilmente di fronte alla sciagura sismica che ha colpito l’ Abruzzo, capirebbe cosa sia veramente un’Emergenza, e imparerebbe a distinguerla dalle false “emergenze” create ad arte dalla manipolazione terroristica dei mass media. In un paio di mesi, sono bastati tre o quattro presunti -e tutti da accertare- casi di violenza sessuale per far gridare la Massa Isterica all’ “emergenza nazionale stupri”, a fronte di ben più gravi e numerosi episodi di violenza -in confronto allo stupro- che avvengono ogni giorno, quali omicidi, lesioni, aggressioni a sfondo razziale, torture di Stato, eccetera eccetera.
In Italia non vi è nessuna emergenza stupri, in primo luogo perchè questa è una Società che si compiace e si diletta del più sfacciato e becero esibizionismo sessuale, ragion per cui suona per lo meno contraddittorio -giusto per usare un eufemismo- questo umore isterico ed emergenziale nei confronti delle presunte violenze sessuali e del conseguente linciaggio contro i suoi autori. In secondo luogo, perchè tre o quattro presunti casi di violenza sessuale -rapportati ad una popolazione di milioni di donne- non possono, certamente, configurarsi come un qualcosa di emergenziale.
In Italia non servono “decreti anti-stupri” (le pene già ci sono, e sono severissime e sproporzionate), ma decreti per l’ edilizia. Non servono soldi per finanziare bugiardi e menzogneri “centri anti-violenza” oppure per mandare i soldati nelle città, ma per costruire case antisismiche.
Siccome, in tempi di presunta o vera emergenza, occorre creare il Nemico di turno per calmare gli umori forcaioli della Massa Isterica, ecco annoverati anche i cosiddetti “sciacalli” nella lista nera delle categorie da linciare (non da punire, ma da linciare): rom, ultras, lavavetri, musulmani, stupratori, sfigati, e chi più ne ha più ne metta.
E’ bastata la notizia dell’arresto di due uomini che avrebbero rubato 80mila euro dalle case disastrate (poi scarcerati, perchè è stato accertato che i soldi erano loro) per indurre quel miliardario di Berlusconi a voler introdurre nel codice penale il nuovo reato di “sciacallaggio” (quando, invece, esiste già, perchè è una forma di furto con aggravante) con ennesime pene sproporzionate.
In realtà, più che ai ladri che vanno a rubare nelle case disastrate -persone senza lavoro che se avessero almeno una miliardesima parte dei soldi che ha il Populista di Arcore, non sarebbero certamente indotte a fare queste cose immorali- io chiamerei sciacalli e sciacallaggio altre persone e altre cose. A cominciare, proprio da colui che grida contro gli “sciacalli” e poi si fa fotografare sulle macerie in mezzo ai superstiti pur di accrescere il proprio bagaglio elettorale.
Sciacallo è anche e soprattutto il Popolo, questo ipocrita, perbenista e forcaiolo Popolo, che di fronte a questi disastri, pur di mettersi in bella mostra ed autocelebrarsi, si esibisce in oscene ed ipocrite “gare di solidarietà” svuotando, così, questa parola del suo significato più genuino di nobile forma di pietas umana prodotta dal cuore e che -come tale- deve avvenire nell’ambito della sfera privata, lontana dai riflettori pubblici e mediatici e non certamente sotto forma di teatralizzate iniziative strappalacrime come stiamo vedendo in questi giorni.
Nemmeno con queste grave sciagure e lutti, il Popolo e i suoi viscidi capi trovano modo di stare zitti e di rinunciare alla loro somma Stupidità.
di Icarus.10, 9.4.2008
Fonte: http://fematrix.altervista.org/?p=171
I nuovi eroi della vergogna !
di Angela Pederiva
Mantenuto per giorni nel massimo riserbo, l’episodio s’è consumato fra la tarda serata di martedì e la mattinata di mercoledì della scorsa settimana. Vale a dire nel tempo intercorso fra l’accesso della giovane al Santa Maria dei Battuti e la sentenza pronunciata dal tribunale di Treviso. Al suo arrivo al Pronto soccorso del nosocomio coneglianese, la donna ha spiegato di aver avuto un malore mentre si trovava a casa di alcuni connazionali. Dopo essere stata visitata dal medico di turno, intorno all’una, la ragazza sarebbe rimasta in osservazione per un paio d’ore, ottenendo le cure del caso. Ma per tutto quel tempo, l’africana si sarebbe rifiutata di fornire le proprie generalità e non avrebbe fornito ai sanitari alcun documento, che del resto non aveva. A quel punto il medico avrebbe telefonato al 113, riferendo che nell’unità operativa era stata presa in carico una «paziente ignota ».
Il dottore avrebbe motivato la richiesta d’intervento alla forza pubblica con la necessità di identificare la sconosciuta per fugare il rischio di problemi sanitari, riscontrabili ad esempio attraverso una verifica in banca- dati, in quelle circostanze impossibile da effettuare. Comunque sia, il risultato è che in commissariato la nigeriana ha finalmente detto come si chiamava. Dopo averla fotosegnalata e sottoposta all’esame delle impronte digitali, i poliziotti hanno così appurato che la giovane era entrata illegalmente in Italia, con tutta probabilità in uno dei tanti sbarchi a Lampedusa. A carico della donna pendeva infatti un ordine di espulsione emesso dalla questura di Agrigento, evidentemente disatteso. La mattina dopo l’immigrata è stata processata per direttissima.
Davanti al giudice, l’imputata è scoppiata in lacrime, raccontando di essere scappata dalla Nigeria per sfuggire alla morte e di aver voluto cercare nella Marca una seconda possibilità. Al termine dell’udienza, l’extracomunitaria s’è vista però comminare una nuova intimazione a lasciare il territorio nazionale, senza accompagnamento. Chissà, quindi, se nel frattempo la straniera è stata effettivamente espulsa. Di sicuro la vicenda fa discutere, nel Veneto che (col veronese Federico Bricolo, primo firmatario della proposta) ha dato la paternità politica al passo del disegno di legge che prevede l’abolizione del divieto per i medici di denunciare i clandestini. Sconcertato si dice Enrico Bernardi, primario del Pronto soccorso di Conegliano: «Non ne sapevo nulla, approfondirò il caso. Ma se è vero che un collega del mio reparto ha denunciato una paziente perché clandestina, ha avuto un comportamento deontologicamente scorretto, al di fuori delle regole che disciplinano il rapporto tra medici e ammalati. Il giuramento di Ippocrate ha più di duemila anni ed è basato su un fondamento etico ben preciso».
Nella versione moderna, il testo che recitano i neo-medici include infatti la promessa «di attenermi ai princìpi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze» e «di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza». Aggiunge Bernardi: «La paura ingenerata dalla denuncia potrebbe indurre i malati a non ricorrere più alle strutture pubbliche, causando notevoli rischi sul piano dell’igiene e della sanità pubblica. Un’autentica follia ». Più cauto è Angelo Lino Del Favero, direttore generale dell’Usl 7: «Da quanto apprendo, il medico in questione ha agito secondo coscienza, in circostanze che sono tutte da approfondire. Il nostro Ordine ha una posizione precisa in materia, ma allo stato non credo si possano ravvisare violazioni normative. Il problema è che questa donna è risultata clandestina, ma l’esigenza sanitaria era di identificarla».
venerdì 10 aprile 2009
Le misure del Cdm per l'Abruzzo
Sospesi pagamenti di luce e gas. Sospesi per due mesi i termini di pagamento delle fatture per la fornitura di energia elettrica e di gas ed allo scadere di tale periodo potranno essere seguite nuove sospensioni d' intesa tra l'Autorità per l'energia elettrica ed il Commissario delegato. Rinegoziazione dei mutui. Il terremoto è definito come causa di forza maggiore che autorizza la rinegoziazione dei mutui contratti dalla popolazione con gli istituti di credito.
Censura e disinformazione
I morti che non vi dicono | |
Il centro storico dell'Aquila è da abbattere e ricostruire. E questo lo dicono in tanti. I morti, i feriti e gli sfollati sono stati contati, più o meno precisamente. E questo lo dicono tutti. Adesso vi dirò qualcosa che non dice nessuno. |
mercoledì 8 aprile 2009
Da Sant'Angelo dei Lombardi per l'Abruzzo: un aiuto subito!
Ogni Sms inviato contribuirà con 1 euro, che sarà interamente devoluto al Dipartimento della Protezione Civile per il soccorso e l'assistenza. I clienti di Poste Mobile possono donare 1 € inviando un sms al numero 377.2048580
Attraverso chiamata da rete fissa di Telecom Italia, utilizzando lo stesso numero: 48580, sarà possibile donare 2 euro . Il Dipartimento della Protezione Civile fornirà tutte le indicazioni sull'utilizzo dei fondi raccolti.
martedì 7 aprile 2009
Solidarietà per i terremotati dell'Abruzzo
Se si disattiva l’audio del televisore di casa, mentre scorrono le immagini dell’ultimo drammatico terremoto che ha colpito la provincia di L’Aquila distruggendo quasi interamente il piccolo centro di Onna, sembra di rivivere in diretta le immagini della nostra Sant’Angelo: campanili crollati; case e palazzi sventrati; strade e vicoli completamente sbarrati dalle macerie; effetti personali rotolati per strada; il viso delle persone colpite dalla tragedia, che esprimono dolore e smarrimento.
In questi drammatici momenti quello di cui si ha più bisogno è di sentire la SOLIDARIETA’ morale e materiale della gente e la presenza delle Istituzioni.
Nell’immediatezza c’è bisogno di tutto.
Poiché non è possibile essere fisicamente sul posto, perché ciò costituirebbe solo un intralcio nelle complesse operazioni di soccorso, l’unico contribuito che come cittadini possiamo dare è di tipo economico.
Ciascuno contribuisca secondo le proprie possibilità o attraverso un SMS di solidarietà per le popolazioni colpite dal terremoto (1 euro per ogni SMS), al numero 48580 che tutti gli operatori di telefonia mobile (Tim, Vodafone, Wind e 3 Italia) hanno attivato per raccogliere fondi a favore della popolazione dell'Abruzzo gravemente colpita dal terremoto, d’intesa con il Dipartimento della Protezione Civile, o devolvendo fondi attraverso gli altri centri di raccolta che in queste ore si stanno attivando.
Senza polemiche, né divisioni. Non è il momento.
Giuseppe Belvedere
Aiutiamo l'Abruzzo!
Attivo il conto corrente postale 10 40 0000 per le donazioni
IBAN: IT-03-U-07601-03200-000010400000
Chi vuole effettuare una donazione a favore delle popolazioni colpite dal terremoto, potrà utilizzare il conto corrente 10 40 0000, aperto da Poste Italiane su richiesta della Regione Abruzzo.
I clienti di Poste Mobile possono donare 1 € inviando un sms al numero 377.2048580
Dall'Irpinia all'Abruzzo... insieme!
Una raccomandazione mi sento di fare agli sfortunati amici abruzzesi, quando sarà il momento controllate bene ed emarginate chiunque voglia strumentalizzare le vostre lacrime e farsi portavoce cinico delle vostre esigenze e dei vostri bisogni. Il terremoto è un evento luttuoso e feroce, il dopo terremoto può essere anche peggio.
Quando scoppia una atomica non devono piangersi purtroppo solo i danni materiali prodotti dall'esplosione ma bisogna anche temere i danni che si produrranno negli anni successivi per effetto delle radiazioni.
Adesso arriveranno nascosti in mezzo a tanta brava gente, anche tutti i consulenti incompetenti, i politicanti e gli imprenditori senza scrupoli d'Italia, vi si proporranno come riferimenti autorevoli, come progettisti, come detentori della ricetta del buon funzionamento della macchina organizzativa: DIFFIDATE... DIFFIDATE SEMPRE!
Seguite la vostra intelligenza, l'istinto, gli occhi e il cuore, accarezzate con lo sguardo i vostri figli e preoccupatevi non solo di cancellare il drammatico ricordo del passato ma acnhe di offrire loro delle reali speranze per il futuro.
Qui in Irpinia ci hanno dato le case, fatte male e costate il triplo del loro valore, ma hanno distrutto la dignità, l'operosità e persino la speranza e il senso civico delle persone.
Con sincero affetto e calore, vi rappresento il dolore di tanti miei concittadini, costernati per la perdita di tanti bambini: per ognuno di loro è come se perdessimo un pò dei nostri figli, tutti i genitori lo sanno. Vi resteremo vicini e vi aiuteremo in tutti i modi possibili, anche quando l'impeto di solidarietà della prima ora sembrarà esaurirsi. Ce la farete!
L'Abruzzo ferito - Dentro l'incubo alla porte dell'Aquila
di Giuseppe Sanzotta
Crolli dappertutto, la gente per strada, chi urla, chi scappa senza una meta, chi chiede aiuto. Chi cerca i parenti, gli amici. Chi invoca i soccorsi. Sono le 3,32, un'ora e una data che tantissimi non scorderanno mai. I sismografi segneranno 5,8 gradi della scala Richter con un'energia scatenata pari al 6,2. Una forza distruttiva che piega le case di pietra, ma anche le case più moderne. Ci sarà tempo per stabilire se erano state edificate con i criteri giusti. Ora non c'è spazio per le polemiche. Ci sono vite da salvare. Ci sono migliaia di persone che hanno bisogno di aiuto, urgente. Scattano i primi soccorsi. La situazione più drammatica appare quella alla casa dello studente de L'Aquila dove si scaverà per ore. In serata arriverà la bella notizia di sei giovani estratti vivi dopo ore di lavoro delicato e pericoloso tra le macerie. Sì, perché la terra ha continuato a tremare, anche se con intensità minore, per tutto il giorno. Ma non c'è solo l'Aquila che piange. Una città ormai fantasma che somiglia vagamente a quella che era fino a qualche ora fa.
Un piccolo centro come Onna non esiste più, tanti i morti, tra cui la famiglia di un giornalista de Il Centro, lui e la moglie si sono salvati, ma non i loro figli nè il padre di lui. Storie così ce ne sono tante. Storie di disperazione e di morte. Anche Paganica è raso al suolo. Villa Sant'Angelo ha quasi la totalità delle case o distrutte o gravemente lesionate. Il bilancio delle vittime cresce. In serata si stende un primo bilancio i morti accertati sono oltre 150, ma tanti mancano ancora all'appello. E il timore è che dalla lista dei dispersi possano passare a quella dei morti è forte, angosciante. I feriti sono circa 1.500.
Ma l'emergenza è data anche dalle decine di migliaia di sfollati. Nessuno tornerà o può tornare nella propria casa nei prossimi giorni. Forse nemmeno nelle prossime settimane o mesi. I soccorsi sono scattati subito, mobilitata la protezione civile. Bertolaso già all'alba è al suo posto a coordinare gli aiuti. Berlusconi rinuncia al viaggio a Mosca per correre in Abruzzo. Con lui c'è Maroni. Una presenza apprezzata anche dall'opposizione. Il premier garantisce l'impegno dello Stato, assicura che i soldi ci sono, e garantisce che nessuno sarà lasciato solo. Oltre all'impegno delle istituzioni c'è quello di un'intera nazione. Scatta una gara di solidarietà che coinvolge il Paese. C'è bisogno di sangue. Immediata la mobilitazione tanto che all'ora di pranzo, bisogna rimandare a casa i donatori. La prima emergenza è di salvare le persone sotto le macerie.
È la prima preoccupazione. Ci sono i salvataggi che riempiono di speranze volontari e vigili. Ma il numero dei morti cresce di ora in ora. Si continua a scavare dove si pensa e si spera ci possano essere vite da salvare. A sera c'è un primo bilancio che fa onore a chi non ha mollato: 60 persone sono state estratte vive dalle macerie. Ma ci sono anche decine di migliaia di persone che hanno bisogno di aiuto perchè hanno perso tutto. I feriti vengono trasportati in altre città, l'ospedale dell'Aquila infatti è da evacuare. C'è chi si salva da solo, come la donna che dopo un cesareo con ancora la flebo attaccata si mette in macchina aiutata dai parenti. Oppure quei feriti che con le automobile dei familiari raggiungono da soli un ospedale a Roma. Chi può cerca e trova rifugio da parenti e amici in altre zone. Pescara non coinvolta nel terremoto è uno dei punti di arrivo per sfollati e feriti. Per per gli altri, per le altre migliaia che devono restare interviene la protezione civile. Si montano i primi campi, le tende, le cucine. Intanto si scava. Si salvano i vivi, e purtroppo si recuperano e si contano i morti. Si continuerà a scavare finchè permarrà un briciolo di speranza.
Tutta Italia guarda all'Abruzzo. È solidale con l'Abruzzo così duramente colpito. Anche la polemica politica lascia il posto alla necessità di unire gli sforzi. Certo non manca chi in questa situazione così drammatica cerca di approfittare della situazione. Entrano in scena gli sciacalli, quelli che rubano i pochi beni che sono stati risparmiati dalla furia del terremoto. Alcuni vengono presi e arrestati. Si spera siano solo casi sporadici. Perché nel momento del dolore sono la solidarietà, i tanti piccoli atti di eroismo che meritano più attenzione. L'eroismo dei vigili del fuoco che non interrompono il proprio lavoro anche quando c'è il rischio di essere coinvolti nei crolli. E vengono alla luce i racconti dei sopravvissuti.
C'è la ragazza salva perché ha deciso di accettare l'ospitalità di amici, la sua abitazione è crollata. O il rugbista che salva una donna con il marito sfondando a spallate una porta. C'è il giovane salvato da un cellulare. E ci sono le tragedie. Come quella della famiglia di una guardia forestale cancellata dai mattoni della propria casa. Si fa sera quando si tenta un primo bilancio.
I morti ormai sembrano essere oltre 150. Si teme saranno molti di più. In migliaia si aggirano stremati in cerca di un rifugio per la notte. Stremati anche i soccorritori al lavoro dall'alba, mentre il cielo non risparmia l'ultima crudeltà. Nella zona colpita si abbatte un temporale. Nella notte la temperatura scende. E li, sotto le macerie, c'è ancora qualcuno da salvare. Per altri sarà inutile. A Roma si prendono le misure necessarie per affrontare l'emergenza. Il governo riferisce in Parlamento e affida pieni poteri a Bertolaso. Arriva l'annuncio che alcune linee di trasporto sono state ripristinate. Oggi l'Abruzzo è a terra. È nel lutto. Ma l'opera di ricostruzione è già cominciata.
lunedì 6 aprile 2009
Terremoto in Abruzzo, solidarietà e aiuti
di Monica Rubino e Tiziano Toniutti
Dopo la scossa di terremoto avvertita intorno alle 3 e mezza di questa notte in Abruzzo e nel Lazio, le colonne mobili della Protezione civile di Lazio, Umbria, Toscana, Campania sono partite immediatamente per i soccorsi, seguite da quelle delle altre regioni. La procedura di emergenza prosegue con l’allerta nazionale dei vigili del fuoco.
Abruzzo ... contatti per il volontariato
Abruzzo ... come dare un aiuto
Gli interventi nelle aree colpite saranno in particolare orientati agli ambiti sanitario, sociale e di ricostruzione delle infrastrutture sociali, settori in cui vanta una consolidata esperienza.
Per effettuare donazioni alla Cri:
- C/C BANCARIO n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati -Tesoreria - Via San Nicola da Tolentino 67 - Roma intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 - 00187 Roma. Coordinate bancarie (codice IBAN) relative sono: IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020 Causale PRO TERREMOTO ABRUZZO -
Conto Corrente Postale n. 300004 intestato a: Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 - 00187 Roma c/c postale n° 300004 Codice IBAN: IT24 - X076 0103 2000 0000 0300 004 Causale: Causale PRO TERREMOTO ABRUZZO.
Per le donazioni on line, info su www.cri.it
CARITAS DIOCESANA
La Caritas diocesana di Roma ha istituito un fondo di solidarietà promuovendo una colletta per aiutare la popolazione abruzzese colpita nella notte da un violento terremoto. La Caritas di Roma informa che, in queste ore, la donazione economica è l’unico modo utile per esprimere solidarietà alle persone colpite. Politicainrete aderisce all’iniziativa.
È possibile contribuire alla colletta di solidarietà con:Versamenti c/c postale - numero di conto corrente postale 82881004 (IBAN: IT77K0760103200000082881004) intestato a Caritas diocesana di Roma, specificando nella causale «Terremoto Abruzzo»;
Bonifico bancario - IBAN: IT13R0306905032000009188568, specificando nella causale Terremoto Abruzzo.
CORRIERE DELLA SERA- UN AIUTO SUBITO
COME FARE - In questo caso, chi voglia effettuare un versamento per dare una mano alle persone in difficoltà nei centri colpiti dal terremoto può fare un bonifico bancario o un versamento con carta di credito.
BONIFICO BANCARIO: Intesa-San Paolo, ABI 3069, CAB 05061, conto corrente n. 1000/144, intestato a: “Un aiuto subito – Terremoto dell’Abruzzo”. Cod. IBAN: IT 03 B 03069 05061 100000000144
VERSAMENTI CON CARTE DI CREDITO(CartaSi, MasterCard, Visa, American Express)Numero Verde di CartaSi: 800 317800 (da alcuni cellulari è necessario digitare il 12 prima del numero)Dall’estero: 02 34980235Tenere la carta di credito a portata di mano e seguire le istruzioni del sistema.