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giovedì 21 febbraio 2008

De Mita e Visco, due modi per Veltroni di rompere con il passato

da "Il Punto" di Stefano Folli su Il Sole24Ore.com
21 febbraio 2008

L' uscita di scena di due personaggi di primo piano nella storia del centrosinistra, benchè assai diversi fra loro, come Ciriaco De Mita e Vincenzo Visco insegna qualcosa sul Partito democratico di Veltroni.
In primo luogo dimostra che il leader procede per la sua strada con le idee chiare e pochi ripensamenti. In secondo luogo conferma il desiderio di accentuare la frattura con il passato.
Quello remoto, che in questo caso si confonde con la storia della Democrazia cristiana; e quello più recente, legato all'eredità di Prodi. La rinuncia di Visco sembra collegarsi a quest'ultimo aspetto. Sul piano politico il vice- ministro dell'Economia è personaggio controverso, ma nessuno discute la sua competenza in materia fiscale. Tuttavia egli è uno dei simboli della stagione dell'Ulivo prodiano. Di più: è «l'uomo delle tasse», eletto a bersaglio prediletto dall'opposizione. Ed è evidente che Veltroni, nel momento in cui annuncia un piano di riduzione delle aliquote a cui certo non fa difetto l'ambizione, aveva bisogno di cambiare alla radice l'immagine del nuovo partito. E così Visco ha abbandonato il campo (insieme a una persona seria come Roberto Pinza). Lo ha fatto con assoluta disciplina, attraverso una lettera che è tutta nello spirito del partito veltroniano, specie laddove lascia il passo ai giovani. In fondo, stiamo assistendo a un'altra tappa di quella tenace rimozione di Romano Prodi in cui si afferma la «discontinuità» del candidato premier (non a caso il presidente del Consiglio è costretto a difendere in solitudine il suo operato con una serie di lettere ai giornali).
Che la cancellazione del recente passato riesca è tutto da vedere. Occorre, come minimo, che l'opposizione sia d'accordo. E finora su questo punto Berlusconi è stato ambiguo. Di tanto in tanto ricorda che «il Pd è il partito di Prodi, prima che di Veltroni», ma l'argomento è debole. Per il momento prevale la tendenza alle reciproche cortesie, quel dire fra le righe: «Votate per uno di noi due». Che è un modo per accreditare il «nuovismo» di Veltroni.
Ben più drammatico è stato l'addio di Ciriaco De Mita. Nessuna lettera conciliante, bensì una porta sbattuta. E un interrogativo aperto:se l'aver escluso un signore di 80 anni, protagonista della storia politica del Paese, con l'argomento che «è stato in Parlamento per 44 anni e 9 mesi», alla fine sarà un vantaggio o un danno per l'immagine del Pd. Certo, si tratta di un altro filo spezzato con la continuità storica: gli anni Ottanta, gli anni di Craxi e appunto di De Mita, sono lontani e Veltroni presume che non dicano più nulla ai giovani d'oggi.Ma l'ex segretario della Dc era stato accettato fra i fondatori del Partito democratico, in cui, del resto, aveva portato non poche riserve. E in Campania godeva ancora di un discreto seguito.
L'averlo indotto all'abbandono, in nome di un nuovo modo di intendere la politica, richiede anche la capacità di andare oltre sulla via della «discontinuità». Perché la Campania è la regione in cui la gestione Bassolino paga il prezzo della clamorosa e irrisolta emergenza spazzatura. E Bassolino è tuttora una figura di rilievo negli equilibri del Partito democratico, dopo esserlo stato nella lunga transizione PciPds-Ds. La questione dell'immondizia pesa sull'immagine innovatrice del Pd ben piùdi quanto pesasse De Mita. Ieri a Napoli Fini ha cominciato a usarla in termini elettorali, come era inevitabile. E Veltroni sa di dover parare il colpo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi pare evidente, aldilà di ogni pur presente intento propagandistico,che Veltroni dopo aver ottenuto ingannevolmente il sostegno dei suoi alleati per affermarsi alle primarie, adesso stia cercando di far risorgere i DS dalle loro stesse ceneri allontanando da questa armata brancaleone chiamata Partito Democratico ogni espressione di possibile dissenso. Qualcuno provi a spiegare altrimenti la contrarietà al vecchio da parte del mediocre Veltroni, il quale incamera Bassolino, Prodi, Pannella e Bonino ma mette fuori il buon Ciriaco e il tanto amato Visco. Strategia politica... certo.... la cosa pazzesca è che qualcuno ancora parli di novità. Non c'è mai limite al peggio.... ma Veltroni premier davvero sarebbe per l'Italia la morte dopo una lunga malattia. Fortuna che c'è l'amico Silvio.... riuscirà a salvarci anche stavolta?

Anonimo ha detto...

Ormai De Mita se ce la fa a candidarsi potrà al massimo difendere i suoi interessi. La frittata è fatta e non conterà più niente. I fedelissimi lo hanno tradito e a livello nazionale conta come il due di briscola. Certo è che adesso ci faranno pagare caro questo attaccamento ala politica della ex DC durato 50 anni..... secondo me i camion della spazzatura sono già in arrivo :-(