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Non si può scavare, le macerie del cuore sono troppo pesanti (R.G.)

lunedì 28 febbraio 2011

Berlusconi la sinistra e gli asini


Berlusconi dice: è necessario garantire a tutti la libertà di scegliere quale scuola far frequentare ai propri figli, permettendo di accedere alla scuola privata come alternativa ad una scuola pubblica troppo spesso politicizzata e scadente.

La sinistra, strumentalizzando come sempre, parla di attacco alla scuola pubblica, quella stessa scuola pubblica che proprio la sinistra ha massacrato in decenni di riforme senza senso (dai decreti delegati in poi).

Gli asini, senza nemmeno tentare di comprendere, vanno tutti dietro, ragliando in coro felici.

Che tempi ...!
Minima Moralia ;-)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Qualche volta hai ragliato anche tu o mi sbaglio? Troppo facile fare il moralista del senno di poi ti pare Moralia?

Anonimo ha detto...

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante il congresso dei "Cristiano-riformisti" ha duramente attaccato la scuola pubblica accusando gli insegnanti di "inculcare agli studenti valori diversi rispetto a quelli delle famiglie". La predica viene da un uomo privo di principi etici e morali per parlare d’educazione, che in modo spregiudicato riesce ad essere il cultore del "bunga-bunga" e contemporaneamente offende la dignità degli operatori scolastici, degli studenti e delle loro famiglie. Le parole del Primo Ministro sono parte integrante di un progetto politico che tenta di trasformate le scuole italiane in luoghi in cui trasmettere la cultura del pensiero unico. Le sue esternazioni rappresentano un nuovo attacco alla democrazia e alla Carta Costituzionale, che viene dopo l’approvazione del Decreto Gelmini che, di fatto, mina le fondamenta del nostro sistema formativo e educativo, poiché ne distrugge la qualità, rende più precaria la vita di migliaia d’insegnanti attraverso il blocco dei salari e dei contratti e, propone un’istruzione classista in cui è garantita la possibilità di accedere a determinati studi solo ai figli dei ricchi, tra l’altro,privilegiando la privatizzazione del sapere a favore delle lobby economiche e finanziarie. Noi invitiamo gli studenti, gli insegnati, le famiglie e tutte le persone che credono nella democrazia a costruire momenti di mobilitazione forti, a difesa dei diritti delle persone, e della libertà ad un’ istruzione non omologata.

Avellino 28 febbraio 2011

Tony Della Pia, Segretario Provinciale P.R.C. – F.d.S.

Minima Moralia ha detto...

In cinque punti, riassumo la mia opinione al riguardo:

1) gli insegnanti troppo spesso inculcano agli studenti valori diversi rispetto a quelli delle famiglie, lo sappiamo tutti e ne siamo stati tutti vittime, prima come alunni, poi come genitori, basti pensare al disagio delle famiglie nei confronti di fenomeni quali l’occupazione delle scuole, i cortei e le manifestazioni di piazza, quasi sempre sostenute da demotivati docenti sessantottini;

2) da chi provenga la "predica", poco importa, ne condivido i contenuti e tanto mi è sufficiente per esprimere un apprezzamento libero e consapevole, aderire ad una proposta non equivale necessariamente ad apprezzarne l’autore;

3) le vicende personali del premier, sono appunto personali, ed oltretutto, mancando un provvedimento giudiziario che ne attesti la veridicità, costituiscono puro gossip, e possono appassionare solo i dinosauri della sinistra (evidentemente garantisti solo a chiacchiere) e qualche puritana vecchietta di paese, personalmente me ne disinteresso in modo assoluto;

4) la categoria degli insegnanti è stata umiliata ed offesa, prima di tutto, dalle riforme e dai progetti di riforma (per grazia di Dio rimasti progetti) della sinistra, quella stessa sinistra che ha "creato" la strumentalizzata categoria dei precari, oltretutto, la competizione pubblico-privato, lungi dall'essere incostituzionale, potrebbe dare nuovo e positivo impulso al sistema scolastico di base, come già è di giovamento al sistema universitario italiano (Bocconi, Cattolica, Luiss etc.) offrendo anche nuovi canali di inserimento ai moltissimi docenti in cerca di occupazione;

5) nessun conflitto di classe, il fine ultimo del discorso del premier, ove correttamente inteso, era proprio quello di garantire libertà di scelta tra scuola pubblica e scuola privata, per evitare che quest’ultima sia prerogativa dei soli ceti più abbienti.

Ciò detto, dopo le mobilitazioni inutili, i proclami anacronistici e le agitazioni strumentali al niente, possibilmente, insegnanti e studenti, della scuola privata e pubblica, si rimettano a studiare, sono convinto che tutta la società ne trarrebbe grandissimo giovamento

Alla prossima.

Il “compagno” Minima Moralia ;-)

Anonimo ha detto...

Sorvolando sulle vicende "private" del premier, che private non sono dato che riguardano un'altissima figura istituzionale e un personaggio pubblico che ha fatto della sua sfera "privata" e dei suoi presunti "successi" nel privato il suo principale cavallo di battaglia (ma sorvoliamo dato che il tema non è all'ordine del giorno), rilevo che nel ragionamento di Moralia sono presenti alcuni punti molto deboli e controversi. Anzitutto, Minima Moralia accusa la "sinistra" di avere "umiliato ed offeso" la categoria degli insegnanti con una serie di "progetti" che lui stesso, tra parentesi, ha ammesso che "per grazia di Dio sono rimasti progetti". Dunque non sono stati realizzati (giusto?), mentre sono stati realizzati altre iniziative di politica scolastica che fanno capo al governo in carica e che hanno (queste sì) umiliato ed offeso duramente la scuola. Inoltre, c'è un passaggio in cui Moralia chiama in causa "i cortei e le manifestazioni di piazza, quasi sempre sostenute da demotivati docenti sessantottini". Assicuro Minima Moralia che ho conosciuto personalmente molti docenti più demotivati, delusi e scontenti, che non sono esattamente "sessantottini", anzi. Quindi semttiamola con questi luoghi comuni e frasi fatte, con questa facile polemica anti-comunista e anti-sessantottina, come se i comunisti e i reduci del '68 fossero al governo della nazione da almeno 10 anni, mentre così non è.
Un ex sessantottino

Anonimo ha detto...

La grande intuizione di molti governi del passato è stata quella di crearsi una finta opposizione, in apparenza molto agguerrita, ma in realtà partecipe, sottobanco, di tutte le scelte più importanti.
I sessantottini erano la punta più avanzata di questa finta opposizione.
La tecnica era questa: si trovavano uno o più pretesti da strumentalizzare, questioni solitamente di poca o scarsa importanza, si coniava per l'occasione un pò di finta ideologia e si facevano diventare quei pretesti
simboli di una rivolta controllata distogliendo l'attenzione dei giovani e degli intellettuali dalle questioni principali, che venivano decise all'interno del palazzo, con accordi tra governo e partiti di opposizione.
D'altro canto l'eredità storica di questa inconsueta forma di "opposizione partecipativa" la ritroviamo pari pari nel Partito Democratico, dove Bersani, D'Alema, Veltroni e compagnia bella, non sembrano avere molta difficoltà di dialogo e di intesa con Franceschini, Rosy Bindi e Iervolino, memori probabilmente del comune, inglorioso, passato politico.

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa all'anonimo che ha contestato il mio commento ma vorrei evitare di prolungarmi sul tema.
Non per mancanza di argomenti, nè per mancanza di rispetto nei confronti del mio interlocutore, anzi ammiro la forma di dibattito che si sta sviluppando in questi giorni sul blog, ho imparato e riflettuto certamente di più leggendo i vari commenti di Garofalo e di Sueva, che ascoltando Benigni in TV.

Solo che ormai vivo con la convinzione che non sia possibile alcun dialogo, sia pure tra persone civili ed intelligenti, quando di mezzo ci sia la politica e Berlusconi c'è troppo astio ed ipocrisia tra i sostenitori delle opposte posizioni.

D'altronde la realtà dei fatti è sotto gli occhi di tutti, sia le riforme, a mio avviso pregevoli intraprese da questo governo, sia le grosse cantonate, sia i pretesi scandali ministeriali, sia le strumentalizzazioni che ne fa l'opposizione che non solo è priva di idee, ma è anche priva di persone in grado di averne.

Mentre prendevo il caffè ho ideato una posizione politica tutta mia, il "comunismo liberale progressista",una specie di partito che vagheggia Berlusconi alle riforme e Bersani al bunga bunga, insomma ciascuno ad occuparsi di quello che presumibilmente potrebbe riuscirgli meglio.

E' una provocazione ... non vi incazzate.

Minima Moralia :-)

Anonimo ha detto...

il caffè fa male...