E per concludere il più orrendo agosto santangiolese che la storia ricordi ci mancava pure Cisco. Chi è costui? Molti si chiederanno.
Trattasi di un poco conosciuto cantante che fa musica impropriamente definita popolare, ex componente della band Modena City Ramblers, il quale propone un repertorio in buona parte mediato dalla più ovvia tradizione sessantottina, tutto imperniato sulle fabbriche che chiudono, sui lavoratori disoccupati e sui figli che non mangiano.
Cito il titolo di alcuni suoi album per dare una idea più precisa ed imparziale: Combat folk, Terra e libertà, Viva la vida, Muera la muerte!, Appunti partigiani, e via così, capito il genere no?
Insomma è una espressione, forse musicalmente valida, di assoluto conformismo ideologico condito con un pò di sentimentalismo politico alla Rosy Bindi, esaltazione di quella demagogia a noi tristemente nota, che personalmente vedo ben rappresentata da quei politici che prima fanno chiudere le fabbriche e poi se la piangono assieme ai lavoratori, quelli si davvero disperati.
La solita sceneggiata comunista per dirla più brevemente.
Ovviamente ognuno canta quello che gli pare e ciascuno ascolta quello che gli piace, ma pur presupponendo la buona fede del cantante e la sua valenza artistica, opporrei all'autocommiserazione e alla protesta fine a se stessa un po' di serietà e, invece di cantare di diritti e nostalgie, esorterei ad un maggior impegno sul lavoro, talvolta anche a scapito dei diritti, perchè il momento è grave e serio.
Estendendo l'invito a lavorare di più e meglio anche all'amministrazione comunale del mio amato ma martoriato paese, vi saluto e vi rimando a presto, su questo blog, ci sarà molto da leggere e da meditare.
Trattasi di un poco conosciuto cantante che fa musica impropriamente definita popolare, ex componente della band Modena City Ramblers, il quale propone un repertorio in buona parte mediato dalla più ovvia tradizione sessantottina, tutto imperniato sulle fabbriche che chiudono, sui lavoratori disoccupati e sui figli che non mangiano.
Cito il titolo di alcuni suoi album per dare una idea più precisa ed imparziale: Combat folk, Terra e libertà, Viva la vida, Muera la muerte!, Appunti partigiani, e via così, capito il genere no?
Insomma è una espressione, forse musicalmente valida, di assoluto conformismo ideologico condito con un pò di sentimentalismo politico alla Rosy Bindi, esaltazione di quella demagogia a noi tristemente nota, che personalmente vedo ben rappresentata da quei politici che prima fanno chiudere le fabbriche e poi se la piangono assieme ai lavoratori, quelli si davvero disperati.
La solita sceneggiata comunista per dirla più brevemente.
Ovviamente ognuno canta quello che gli pare e ciascuno ascolta quello che gli piace, ma pur presupponendo la buona fede del cantante e la sua valenza artistica, opporrei all'autocommiserazione e alla protesta fine a se stessa un po' di serietà e, invece di cantare di diritti e nostalgie, esorterei ad un maggior impegno sul lavoro, talvolta anche a scapito dei diritti, perchè il momento è grave e serio.
Estendendo l'invito a lavorare di più e meglio anche all'amministrazione comunale del mio amato ma martoriato paese, vi saluto e vi rimando a presto, su questo blog, ci sarà molto da leggere e da meditare.
E' una promessa!
Con affetto ... Minima (senza Moralia) :-)