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Non si può scavare, le macerie del cuore sono troppo pesanti (R.G.)

martedì 23 settembre 2008

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Rosario Pellegrino
Rosario Pellegrino
SALERNO — Al confronto, Renato Brunetta è il santo protettore dei sindacalisti. Perché, se con la triplice il ministro della Pubblica amministrazione e dell'Innovazione almeno dialoga e cerca una mediazione, l'imprenditore Rosario Pellegrino, titolare della Pecoplast e presidente del Gruppo plastica e gomma di Confindustria Salerno, ha letteralmente (nel senso che l'ha proprio scritto in una lettera) inviato un «vaffa...» alla Cgil. L'aver spedito a quel paese il sindacato è, in realtà, il termine più carino utilizzato dal giovane industriale nei confronti dei vertici della Filcem. C'è molto di più nella missiva al vetriolo, datata 19 settembre, che segue una richiesta inviata dalla Cgil qualche giorno prima. Il contenuto della missiva è stato stigmatizzato immediatamente da Confindustria Salerno. Tanto che l'associazione ha proceduto, attraverso il presidente, Agostino Gallozzi, all'espulsione dell'imprenditore.
LA DENUNCIA FILCEM - Prologo dello scontro è una lamentela del sindacato. «Nonostante le continue rassicurazioni — aveva scritto il segretario della Filcem, Giovanni Berritto — continuiamo a registrare una gestione del personale anomala con ricorso a fermate giornaliere dei dipendenti dello stabilimento mentre i lavoratori di una cooperativa prestazione servizio normalmente con la conseguenze che i primi hanno esaurito tutto il montante ferie. Pertanto vi chiediamo un incontro urgente per la verifica della situazione». Queste poche righe hanno scatenato l'ira dell'imprenditore. Che, senza remore verbali, ha risposto via fax inviando — per conoscenza — la dura lettera anche a Confindustria Salerno.
LA LETTERA - «Egregi signori — ha scritto Pellegrino — credo di aver dimostrato in questo ultimo periodo tutta la disponibilità, non ultima anche quella di incentivarvi sulla produttività e sulle presenze al lavoro. Ma ora mi sto rompendo il c... L'azienda è mia e comando io e basta, chi non è d'accordo se ne andasse a f... e verrà anche ringraziato. Se l'organizzazione sindacale, che dovrebbe difendere i posti di lavoro, pensasse di comportarsi con me come con Alitalia, gli rammento che io mi chiamo Pellegrino e non Colaninno. Vi mando non solo a f..., vi caccio fuori a calci nel sedere e vi sputo pure in faccia. Spero di essere stato molto chiaro e conciso e non ho niente da dirvi su queste stronzate. Il periodo del terrore e delle minacce, cari signori, è finito da diverso tempo. Dovete pensare a lavorare e basta». Inutile pensare che la lettera sia stata uno sfogo momentaneo. Tutt'altro. Pellegrino, tre giorni dopo averla spedita, non solo si riconosce in quello che ha scritto ma, dopo averci meditato su, ne è ancora più convinto.
ESPULSIONE - Ma Confindustria non la pensa allo stesso modo e il presidente degli industriali di Salerno ha deciso: è incompatibile con noi.
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Felice Naddeo
23 settembre 2008

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello sto post, solo sinceramente non ho capito che ci azzecca. Non è che chi lo ha pubblicato ha sbagliato Blog?

Anonimo ha detto...

Gentile anonimo e cari frequentatori del blog,
chiedo scusa per non aver "firmato" questo post.
E' il primo post che invio e le mie modeste conoscenze del mezzo hanno fatto sì che mandassi il post non firmato e senza un breve commento che lo accompagnava.
Riguardo al che ci azzecca, mi sembrava uno spunto "azzeccato" per discutere quanto siamo caduti in basso se un giovane imprenditore si permette di rispondere in quel modo ad una richiesta di incontro.
Vostro G48

Anonimo ha detto...

Io non credo che questo imprenditore sia caduto in basso. Credo semplicemnte che abbia agito in modo così rude e spregiudicato perchè stanco di subire le vessazioni imposte da un sindacato che rappresenta solo se stesso. Non doveva usare quei toni ma i contenuti li trovo assolutamente condivisibili.