Il terremoto avrebbe dovuto insegnare ad avvicinarsi di più, perchè tutti hanno vissuto lo stesso dolore (R.Venezia)
Non si può scavare, le macerie del cuore sono troppo pesanti (R.G.)

mercoledì 24 dicembre 2008

Auguri !


Il blogger e i collaboratori di "Nostrasantangelo" augurano a tutti
BUON NATALE E BUON ANNO !

sabato 6 dicembre 2008

Dov' è finito il mio Paese?

Molte volte questa domanda mi frulla in testa, ed ,almeno apparentemente, acontestualizzata (sebbene stimoli altri sensi,la percezione del reale le si sottrae a volte ), fulminea mi richiama all' interrogativo principe che senza fronzoli qui vi presento, veemente e violento, cosi come impatta sulla mia coscienza, non sfiorando o lasciando un fumoso sentore, ma vivido e zampillante: in che razza di sociètà viviamo? O meglio in che razza di Italia viviamo? Beh... qui ci sarebbe da scrivere, da dire, da dubitare, da sorprendersi, indignarsi, da sorridere e ridere con gusto amaro, con quel sorriso dell' uomo disincantato, quello stesso sorriso che presto si trasforma in un solco sul viso e non se ne va più, cicatrice della anima.Ritovandoci in quella che il maestro Montanelli, il lungimirante, per utilizzare solo uno sciocco epiteto, che sicuramente non rende giustizia, definiva una commedia da borgatari: il nostro quotidiano essere. La sentite la gran
confusione? La battuta fuori sincro, il chiacchiericcio in ultima fila, la noia in prima? Lo sentite lo stridere del giradischi, quella testina ormai consunta?
Non mi soffermerò su tutto, ammesso che ciò sia possibile, non mi riferisco a questioni temporali o spaziali, ma palese è l impossibilità per la mia esigua conoscenza di penetrare a fondo in alcune tematiche o meglio di carpirne solo l essenza, ma mi affiancherò, da spettatore, ad alcune ambigue di esse .

Paradosso n 1: la meritocrazia. Vorrei un Paese un cui il merito regna.
Ci si deve interrogare essenzialmente sulla applicabilità o meno nella società italiana contemporanea della meritocrazia, applicabilità messa in dubbio non dall' esistenza di contrasti ma dall assenza di volontà. Ma andiamo con ordine. Si può forse chiedere ad un individuo di scegliere la via della meritocrazia o si chiede a questi uno sforzo dell'intelletto e della volontà non solo forse insuperabili, ma sicuramente anacronistici? L'individuo nel cammino professionale si trova dinanzi, dopo la fase della preparazione, ad un bivio: la via della meritocrazia e la via della raccomandazione. Allora, si può chiedere all' individuo, di scegliere, nella sua intimità di pensiero,t ra le due ? Di precludersi una delle due possibilità in sacrificio di un ideale come la giustizia, in un secolo ove gli ideali non hanno valore? Avrebbe senso sacrificare una possibilità, con fare coscienzioso verso la sociètà, di successo a vantaggio di una sociètà senza coscienza di essa? Nel secolo dell' Io, dell' individualismo, del cinismo, delle scalate sociali senza ma, ha senso chiedere ad un uomo il sacrificio personale in nome di una visione utopica che stride con la realtà? L'uomo, l'individuo medio non vota il rappresentante che gli promette il merito, perchè lui si sentirebbe derubato dell' alternativa, dell'ultima chance, della possibilità in estremo del successo. Perchè l'individuo dovrebbe cambiare un male della sociètà, ma un possibile vantaggio individuale, per uno svantaggio personale e un successo sociale pregno di ipocrisia? Perchè dovrebbe cedere la sua fetta di raccomandazione per donarla ad un elite dirigente che sempre la avrà come costante ? Il figlio del politico e del dirigente e dell' imprenditore nasce raccomandato, il figlio del postino lo diventa, o lo può. Partendo da questi presupposti si arriva alla conclusione che la meritocrazia è di sinistra e non di destra, nel senso più profondo
della distinzione, che la meritocrazia è la possibilità-alternativa per la classe medio bassa di accedere a dei posti dirigenziali? Vi rendete conto di quanto sia profondamente radicato in noi questo meccanismo che scatta senza input, che agisce silenzioso ed invisibile? Vi rendete conto di fino a dove ci siamo spinti? Io non riesco a smettere di sorridere, ma è un sorriso amaro.

Zed

La legalità: un valore da recuperare o una propaganda sterile?

Chissà cosa accadrebbe a Sant'Angelo, se una task force giudiziaria ispezionasse gli atti, le procedure e le modalità di gestione, anche attuali, di vari enti, alcuni già fortemente contestati, da anni e da tutti.

 

Bisognerebbe farne richiesta, magari qualche procura, commossa per la sorte che ci è toccata, potrebbe motivarsi a dare una occhiatina.

 

Da noi le magagne sono state fatte così grossolanamente, nella convinzione della totale impunità, che alla prima occhiatina seguirebbe il collasso di tutta la fragile impalcatura creata, ne sono convinto.

 

L'illegalità politico-amministrativa, in fondo, è sotto il profilo etico e "pedagogico", come la camorra: finché i giovani identificheranno gli autori di questi scempi con "i potenti ed i ricchi, che restano impuniti" essi saranno un modello da imitare e la società non progredirà, aldilà dei buoni propositi e delle speranze, più o meno sterili, di alcuni tra noi, autentici dinosauri, per il solo fatto di sostenere una legalità vera e non quella solo proclamata della peggiore propaganda.

 

Invece di continuare a sparlare nei bar,  si potrebbe cominciare a segnalare e denunciare gli abusi e le irregolarità, almeno quelle più eclatanti e più ingiuste, togliendo a chiunque anche solo la speranza dell'impunità! Essere onesti si può credetemi e, se talvolta non giova alle finanze, certamente fa molto bene alla dignità personale , familiare e sociale ed assicura sonni più sereni.

 

Comunico qui, adesso, la mia intenzione di operare un mutamento tematico nel blog NOSTRASANTANGELO, in modo da offrire non un inutile doppione di NUOVASANTANGELO, che oggi viene egregiamente gestito ed offerto al paese secondo il criterio di liberalità dell'informazione, ma uno spazio nuovo, avente come scopo la realizzazione di un "osservatorio della civiltà santangiolese ed irpina", un blog aperto a tutti i cittadini, per raccontare dei propri rapporti con gli enti amministrativi privati e pubblici, le eventuali irregolarità riscontrate, le ingiustizie subite ed anche, speriamo, il buon funzionamento verificato, le soluzioni ottenute e tutto quanto certamente di buono c'è ancora.

 

Se l'iniziativa avrà successo potremmo decidere di passare dal virtuale al reale creando uno sportello del cittadino, parallelo a quello di tipo istituzionale che dovrebbe essere presente, prima ancora del museo civico, in ogni paese evoluto, dove poter ottenere concreta assistenza ed aiuto, ad opera di volontari qualificati, nei vari settori della vita sociale: non giustizialismo, dunque, ma collaborazione sociale ed incitamento alla legalità e alla operatività delle istituzioni. 

 

Attendo suggerimenti e proposte e, ovviamente, le inevitabili critiche, sperando che siano positive e non fatte alla stregua veltroniana, solo per denigrare, senza proporre e senza costruire niente.

 

 L'email per le vostre comunicazioni è quella solita indicata sul blog Nostrasantangelo, ossia: xammy@live.it.

 

Cominciamo a coordinare i blog cittadini e speriamo che presto, anche il paese, possa coordinare le sue risorse senza sprecare i tanti talenti che ci sono nell'una e nell'altra delle inutili opposte fazioni.

 

Personalmente divido il mondo in onesti e disonesti, ed anche tra questi ultimi trovo qualcosa di recuperabile.

 

Oggi c'è un pò di sole qui ... saluti a tutti i santangiolesi lontani ... Minima Moralia :-)

venerdì 5 dicembre 2008

La legalità - Arriverà anche a S.Angelo .... i tempi sono maturi!

Bufera in Campania

Napoli sotto inchiesta, nel mirino i potenti

La «notte dei lunghi coltelli» l'ha spiegata, alla perfezione, il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, con queste poche parole: "Sui politici non vi deve essere alcuna immunità".

 

di  Simone Di Meo

 

 

da http://iltempo.ilsole24ore.com/2008/12/05/960694-napoli_sotto_inchiesta_mirino_potenti.shtml

 

 

"Addirittura - dichiara Lepore - qualcuno è arrivato a dire in questi giorni che ci stiamo inserendo troppo nell'attività politica. Se un politico commette un reato noi lo perseguiamo come facciamo nei confronti di qualsiasi cittadino". La dinamica dello scontro sta tutta nell'accelerazione del lavoro investigativo nei confronti dei santuari del potere partenopeo, popolati da spregiudicati e rapaci amministratori cresciuti all'ombra del vicerè Antonio Bassolino, ai quali una opposizione scadente e sdentata ha consegnato il controllo della città e della regione, accontentandosi delle briciole raccolte ai piedi del banchetto e siglando un deplorevole patto di non belligeranza.

 

Che la situazione sia esplosiva lo dimostrano le inchieste degli ultimi tempi e, ancor di più, la strumentalizzazione post-mortem del suicidio di Giorgio Nugnes, ex assessore alla Protezione civile del Comune di Napoli, coinvolto nell'inchiesta sulla guerriglia urbana di qualche mese fa a Pianura, contro la riapertura della locale discarica. È ormai evidente che i politici napoletani hanno il terrore di finire sott'inchiesta, ora che la Procura ha deciso di scoperchiare il verminaio nel quale si sono annidati affaristi senza scrupoli, imprenditori collusi e boiardi di Stato. E la domanda non è perché la magistratura abbia concentrato tutta la potenza di fuoco sulla classe dirigente locale, ma perché lo abbia fatto con così tanto ritardo.

 

Dall'inizio dell'anno, sono crollate - una ad una - le colonne del tempio del potere del centrosinistra in Campania: prima alcune indagini di minore rilevanza su appalti truccati nella pubblica amministrazione, che hanno portato nella rete pesci piccoli e medi, poi il vero segnale di crisi: l'inchiesta su giri di mazzette e favori alla sede della Regione Campania a New York, nella centralissima Fifth Avenue, lustro e orgoglio del «rinascimento bassoliniano». Da allora, è un susseguirsi di indagini e accertamenti incrociati che, se non portano a conclusioni giudiziarie, suggeriscono - a quanti sanno di essere «controllati» - di abbandonare velocemente la carriera politica, come accaduto all'ex assessore al Bilancio, Enrico Cardillo, dimessosi dall'incarico ufficialmente per motivi personali, ma più probabilmente per le gravi responsabilità politiche sulla disastrata gestione contabile del Comune di Napoli.

 

E arriviamo così alla «stagione calda» dell'emergenza rifiuti, che Silvio Berlusconi risolve in cento giorni ma che i vari commissari di governo non sono stati capaci di gestire in alcun modo in quindici anni e con dieci miliardi di euro a disposizione. I soldi finiscono nelle tasche di imprese in odore di camorra e dispersi nei rivoli di mille consulenze inutili: ne nasce una indagine che porta sotto processo Antonio Bassolino e i vertici della società «Impregilo» e che apre a un altro filone investigativo: quello sul «tesoro nascosto» del presidente della Regione. I magistrati, ben lontani dall'immaginare che l'uomo politico più potente della Campania degli ultimi quindici anni, sia nullatenente, si mettono a caccia di proprietà e beni che sarebbero stati intestati a prestanome. Si concentrano, in particolare, su un casolare a Cortona, di proprietà di un ex parlamentare ds, che tutti in zona chiamano villa Bassolino. Il lavoro inquirente è ancora in corso.

 

Nel mezzo, ci sono state le indagini su alcuni consiglieri regionali. Uno, in particolare, Roberto Conte, del Partito democratico, viene arrestato per concorso esterno in associazione camorristica sulla base dei racconti dell'ex padrino del rione Sanità, Giuseppe Misso. E arriviamo agli ultimi sviluppi: si sa di un fascicolo sul maxi-appalto da 400 milioni di euro, relativo alla gestione «chiavi in mano» della manutenzione stradale e dell'arredo urbano nel capoluogo, nel quale sarebbero coinvolti uomini politici di primo piano della giunta guidata dal sindaco Rosa Russo Iervolino. Le richieste di arresto per alcuni degli indagati sarebbero già state depositate a luglio presso l'ufficio gip e potrebbero diventare esecutive già prima di Natale.

 

L'ultima tegola è di ieri: il presidente dell'autorità portuale, Francesco Nerli, «bassoliniano» di ferro, ha lasciato l'incarico con due mesi di anticipo sulla scadenza naturale del mandato. Da un mese risulta indagato per le sponsorizzazioni «forzate» delle cene elettorali degli ex ds da parte delle aziende che operano nello scalo napoletano.

 

giovedì 4 dicembre 2008

Caso Sky, che figura per la sinistra!

L'Unione Europea smentisce Veltroni & Co.

Hanno urlato per giorni. Gridato allo scandalo. Agitato lo spettro del conflitto di interessi. Hanno difeso, da sinistra, un ricco imprenditore televisivo.

da http://iltempo.ilsole24ore.com/2008/12/04/960258-caso_figura_sinistra.shtml

Mancava giusto una grande manifestazione di piazza per il pluralismo e la libertà contro il "dittatore" Silvio Berlusconi. Non ne hanno avuto il tempo. Proprio sul più bello Walter Veltroni e i suoi sono stati costretti alla ritirata. In silenzio. Non una parola per commentare quella che è, a tutti gli effetti, una figuraccia. Perché, sulla vicenda Sky, l'opposizione ha sbagliato tutto. E a dirlo non sono né il premier, né il ministro dell'Economia. A smentire gli sventurati che in questi giorni si sono lanciati all'attacco del governo sono addirittura Romano Prodi e la commissione Ue.L'ex premier, intervistato dal Messaggero, non si scandalizza affatto della decisione dell'esecutivo di alzare al 20% l'Iva su Sky. "Era ovvio che il governo dicesse sì all'allineamento delle aliquote - commenta -, adempiere a questa obbligazione era ovvio". Per Prodi, quindi, Berlusconi non poteva fare altrimenti.

E infatti, a stretto giro di posta, ecco arrivare la conferma della Ue. «Se le autorità italiane dovessero insistere nel non cambiare le aliquote Iva sulla tv a pagamento - spiega la portavoce del commissario europeo al fisco Laslo Kovas -, la Commissione dovrà aprire una procedura di infrazione». Parole chiare seguite da una breve ricostruzione della vicenda. «La Commissione ha ricevuto nell'aprile del 2007 - raccontano a Bruxelles - un reclamo in cui si denunciava la presenza di due aliquote diverse nel settore delle tv a pagamento. Ricordo che nella direttiva Iva c'è un allegato in cui si dice che si può applicare un'Iva ridotta, ma assicurando la neutralità fiscale. Dunque non ci possono essere aliquote diverse per uno stesso tipo di servizio. Le autorità italiane hanno ammesso che l'attuale regime non era conforme alle regole comunitarie e si sono impegnate a cambiarlo».

Caso chiuso? Sembra proprio di sì anche perché, dopo le dichiarazioni della Ue, nel campo dell'opposizione cala il silenzio. Certo, probabilmente l'esecutivo avrebbe potuto intervenire diversamente, la procedura di infrazione non era stata ancora avviata, ma una cosa non è in dubbio: Silvio Berlusconi e i suoi dovevano fare qualcosa. Mediaset non c'entra.

Eppure per giorni l'opposizione non ha parlato di altro. Sulle tv e sui giornali sono risuonate frasi tipo: «Approfittando della chiamata alle armi per la crisi, Berlusconi ha assestato uno schiaffone al suo concorrente» (Enrico Letta); «Questa volta nessuno potrà dire che il conflitto di interessi è una fissa del centrosinistra, del Pd» (Rosy Bindi); «Un atteggiamento preoccupante che conferma la volontà di questo esecutivo di agire con la massima discrezionalità in particolare sulle questioni dell'emittenza radiotelevisiva» (Giovanna Melandri).  Si potrebbe continuare ancora, ma adesso è il momento del silenzio. Per tutti, ovviamente, tranne che per Berlusconi che intercettato dai giornalisti gongola: «Avete visto? Che vi avevo detto? Il fatto che sia stato attaccato su una cosa di cui non ero al corrente rappresenta bene il comportamento di questi signori, sinistra e giornali, contro di me e il governo. Hanno fatto una figuraccia enorme e credo che gli italiani potranno trarne un giudizio definitivo su questi signori».

«Mi hanno trattato - aggiunge - come se il presidente del Consiglio si scagliasse contro un concorrente di Mediaset. Se avessi voluto fare gli interessi di Mediaset sarebbe stato il caso di lasciare tutte le aliquote al 10% diminuendole a Mediaset e favorendola». Veltroni non commenta. A Natale potrà consolarsi con un abbonamento Sky a prezzi stracciati.

Nicola Imberti